God save the Queen, Homer and Virgil

di ALESSIA ZORZI – Possono Omero e Virgilio essere fautori di disuguaglianze?

In tutto il mondo, ma in particolare modo in Italia, hanno fatto clamore le dichiarazioni di Heather Levine, oscura insegnante alla Lawrence High School dell’omonima (e altrettanto oscura) località nel Massachusetts, che ha affermato la sua soddisfazione per aver rimosso l’Odissea dal curriculum della sua scuola, in quanto “il razzismo, il sessismo, l’antisemitismo e altre forme di odio sono la norma in questi testi scritti ed è per questo che non vanno insegnati agli alunni”.

È stato il Wall Street Journal a segnalare e condannare per primo questa sorta di “damnatio memoriae” mascherata sotto lo slogan #DistruptTexts, ormai di tendenza su Twitter.

Questo fenomeno di cancel culture (ne parliamo QUI) parte però da un avvenimento risalente a circa un anno fa, lontano dal New England, in uno dei templi della cultura universitaria europea. Nel febbraio del 2020, infatti, il sito web dedicato agli studenti di Oxford ha riferito che la facoltà “Classics” aveva preso in considerazione l’idea di rimuovere dal primo biennio la lettura obbligatoria non solo dell’Iliade e dell’Odissea di Omero, ma anche dell’Eneide di Virgilio e di renderle facoltative solo per la seconda metà del corso.

Per la prima volta in 900 anni a Oxford potrebbe così esserci una facoltà che si occupa della cultura greco-latina, senza però affrontare in lingua originale quelli che da sempre sono considerati i più grandi autori di tutto il mondo antico.

Il motivo alla base di questo radicale cambiamento è la disuguaglianza che lo studio di queste opere accentuerebbe tra studenti di diversa estrazione. Infatti il giornale britannico Telegraph ha sottolineato la disparità di prestazioni tra studenti universitari che già sapevano le lingue classiche e quelli arrivati in facoltà senza averle mai studiate. Questo non è completamente falso perché nel 2019 solo due studenti, senza una conoscenza preliminare del greco e del latino, sono riusciti a superare il biennio. Il quotidiano inglese ha poi evidenziato come vi sia una notevole differenza anche tra uomini e donne: solo il 12,5% di queste ultime ha ricevuto riconoscimenti a fronte del 46,8% degli studenti maschi. Una delle teorie più accreditate per spiegare questo profondo divario tra uomini e donne sostiene che l’Iliade e l’Eneide si rivolgano maggiormente a un pubblico maschile per la presenza di eroi virili e di guerre.

Jan Preiss, presidente dell’Oxford Latinitas Project

Ovviamente la decisione dello storico ateneo inglese ha sollevato un vespaio di polemiche: molti infatti ritengono che togliere due autori fondamentali come Omero e Virgilio non solo vada a modificare drasticamente il corso, ma possa svantaggiare culturalmente studenti che non li hanno mai affrontati nella loro vita, andando così ad annullare il principale scopo di questa rimozione.

Una delle voci più autorevoli a difesa dei “cantori di eroi” è quella di Jan Preiss, studente del secondo anno e presidente dell’ “Oxford Latinitas Project”, che crede fermamente nel fatto che non possa esistere un indirizzo classico senza che vi sia la lettura in lingua originale delle opere di Omero e Virgilio, materiali utili non solo ad apprendere la lingua, ma specialmente la cultura dei popoli antichi. Per poter salvare questi grandi poemi epici, Jan Preiss ha anche organizzato una petizione online sul sito change.org che ha quasi raggiunto 500 firme, sottolineando il fatto che difficilmente i due autori possono creare disuguaglianze (almeno per quanto riguarda le prestazioni che gli studenti ottengono) perché le loro opere sono le prime ad essere insegnate al corso anche grazie al linguaggio più semplice e comprensibile.

Con la stessa convinzione il professore del Liceo Vida Marco Baroni ha espresso la sua opinione sostenendo fermamente che “mettere da parte Omero significa ignorare consapevolmente un valore inestimabile, significa non voler fare i conti con la mentalità greca più schietta e autentica, significa rifiutare l’essenza stessa della grecità ”. Allo stesso modo anche Dante era stato posto sotto giudizio con l’intento di prendere le distanze, a livello liceale, dalla sua Commedia, ma così facendo, sottolinea il professore, non si fa altro che “mettere in discussione secoli e secoli di studi autorevoli, o almeno fino ad oggi ritenuti tali”.

Se queste presunte accuse sono sufficienti per cancellare questi autori che costituiscono la colonna portante della cultura alla base della mentalità occidentale, allora ci siamo dimenticati che fare storia significa anche comprendere e non commettere nuovamente i propri errori. Quindi siamo sicuri che per risolvere il problema delle disuguaglianze, che ormai attanaglia tutto il mondo, basti agire solo in superficie, solo sulla punta dell’iceberg?

 

APPROFONDIRE, CAPIRE E FARSI UN’IDEA

https://www.wsj.com/articles/even-homer-gets-mobbed-11609095872?reflink=desktopwebshare_permalink

https://www.telegraph.co.uk/news/2020/02/19/oxford-could-remove-homer-virgil-compulsory-classics-syllabus/

https://www.lastampa.it/esteri/2020/02/21/news/oxford-vuole-cancellare-omero-e-virgilio-per-aiutare-gli-studenti-meno-preparati-insorgono-i-classicisti-1.38498181

https://www.change.org/p/faculty-of-classics-preserve-homer-and-virgil-in-mods

 

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