Poesia 2.0: esistono poeti vivi?

di ALICE PIROLI – Se ci domandassero di nominare un poeta, uno, uno soltanto, probabilmente ognuno di noi penserebbe a qualcuno tra i più celebri nella storia della letteratura italiana, partendo dalle origini e fermandosi al secolo scorso. Tutti abbiamo un quadro più o meno completo dei poeti fino al 900, ma poi è come se ci fosse un vuoto fino ad oggi. Infatti, la maggior parte dei ragazzi non saprebbe indicare il nome di un poeta contemporaneo e questo ci porta a domandarci: “Esistono poeti vivi?”. È questa la provocazione che è stata fatta da una studentessa quindicenne, al termine della spiegazione di un sonetto, al suo professore, lo scrittore Alessandro D’Avenia. L’autore del recente romanzo “L’appello” ha colto così l’occasione per realizzare una diretta Facebook per discutere della questione con due amici, i poeti “vivi” Giuseppe Conte e Alessandro Rivali

Alessandro D’Avenia e i suoi ospiti in un momento della diretta sul canale Fb Libri Mondadori

Ne sono emerse una serie di considerazioni interessanti sul mondo della letteratura e dell’editoria. Essere un poeta in Italia al giorno d’oggi è complicato, poiché ormai si leggono soprattutto i poeti morti. Ma la poesia è ancora qualcosa di vivente e necessario, occorre solo riscoprirla e considerare chi scrive in prosa o in poesia una persona che ha da dire qualcosa. Proprio il verbo “dire” deriva dal latino dicere, che ha la sua etimologia nel greco δείκνυμι, che significa “mostrare”; difatti “il poeta è colui che ti mostra dove sta l’essere” ha affermato D’Avenia. Nella nostra Italia, patria di autori illustri e noti in tutto il mondo, la poesia c’è sempre stata e c’è anche adesso, ma siamo troppo assorbiti da una vita frenetica per fermarci e rendercene conto. 

Secondo Giuseppe Conte (poeta, narratore, saggista e autore teatrale) “il poeta è vivo se ha il coraggio di parlare al mondo con una voce ribelle, una voce di non conformismo rispetto al mondo com’è.” Noi viviamo in una cultura pragmatica, in cui si crede che i fatti siano più importanti delle parole, ma non bisogna dimenticare che “la parola è il catalizzatore che permette al fatto di esistere” ha aggiunto D’Avenia. Infatti, la poesia può confortare e trasformare; ha il potere di prendere la sofferenza e far sentire che si può superare quello che c’è di più negativo. La parola dà luce e vita, afferma qualcosa di significativo sul mondo e come ricorda Leopardi “un pezzo di vera poesia in prosa o in versi che sia è come un sorriso, aggiunge un filo alla trama brevissima della nostra vita”.

Non bisogna però confondere il poeta con un visionario che vede il futuro ma, come ha affermato Rivali (classe ’77, anch’egli ligure), come una persona che “scrive perché non può farne a meno, perché ci sono dei momenti in cui devi fermare qualcosa di grande e le parole sono un bel mezzo per farlo.” Il poeta è come un ribelle, va contro il sistema, ci fa riscoprire in ogni modo l’essere uomini. Egli è il contemporaneo di ogni tempo, che vede dove l’attualità non funziona, dove l’attualità si incaglia. Di questo abbiamo avuto la conferma grazie alle parole di questi poeti contemporanei che ci suggeriscono una chiave per vivere meglio perché ci fanno vedere gli aspetti contraddittori della vita, sostenendoci ad abitarli senza avere paura.

APPROFONDIRE, CAPIRE E FARSI UN’IDEA

“ESISTONO POETI VIVI?” – CONFERENZA INTEGRALE (dalla pagina Fb di Libri Mondadori)

RAI NEWS POESIA – GIUSEPPE CONTE

LIBRIMONDADORI.IT – ALESSANDRO RIVALI

ATLANTE DEI POETI ITALIANI CONTEMPORANEI – Alessandro Rivali

ATLANTE DEI POETI ITALIANI CONTEMPORANEI – Giuseppe Conte

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