Una coccola al giorno…toglie la tristezza di torno

di ANNA CECCHINI* – Sicuramente il titolo fa sorridere perché le persone, un po’ attente o in là con gli anni, ricorderanno questo detto per la mela e il medico. Ma siccome in questo tempo noi tutti siamo carenti di coccole, ecco che, proprio attorno a noi, nell’ambiente Vida della nostra scuola, le troviamo a debita distanza, con riservato calore, cura, attenzione e disponibilità.

Ogni giorno, sebbene ora a settimane alterne, tutti attendiamo l’intervallo per trovarci con gli amici di sempre ma anche per gustare quelle leccornie che qualcuno, dietro un sipario invisibile, prepara per noi. Dolce, salato, con le forme più particolari ed eleganti, i gusti artigianali che soddisfano il nostro palato… ma sono i prodotti più disparati, di una persona attenta che ci conosce e ci coccola con la riservatezza di sempre!

È la signora Paola, con il suo sorriso che giorno dopo giorno rende dolci ed appetibili anche i tempi più tristi e noiosi della settimana! Nelle coccole la fa da padrone il cioccolato. Si sanno le sue proprietà, soprattutto in carenza affettiva…ed ecco la Paola artigiana che diventa, nel suo regno, un’artista per la particolarità del suo estro creativo ed il buon gusto con cui confeziona il frutto piacevole ma faticoso del suo lavoro.

Il cioccolato, il “cibo degli dei”, come l’ambrosia, che è fra i più amati in tutto il mondo, ha avuto un ruolo fondamentale nella cucina occidentale, sia nella preparazione dei dolci che nella preparazione di piatti salati.

Sembra assurdo ma il cioccolato ha avuto un ruolo di primaria importanza anche nell’arte. Pensate che un tempo farsi dipingere mentre si stringeva in mano una tazza di cioccolata calda era un vero e proprio must per la società nobiliare. Pensiamo ai pittori del 1700, che spesso si recavano alla corte dei nobili e dei facoltosi mecenati i quali richiedevano dipinti di famiglia o singoli su commissione.  Spesso e volentieri gli aristocratici chiedevano di essere ritratti con in mano tazze o fave di cacao. Non si trattava di un capriccio: il cacao allora era talmente raro e prezioso che fungeva da merce di scambio. Esso era praticamente una moneta, tanto che farsi dipingere con in mano del cacao non faceva altro che esaltare la nobiltà e la ricchezza di questo o di quel personaggio.

Qualche pittore, soprattutto veneziano, come il Longhi, pensò bene di dipingere su tela una ragazza che serviva la cioccolata calda a testimoniare che anche l’umiltà dello stato sociale nel preparare e servire la cioccolata dona pregio alla classe sociale più ricca. Con questi dipinti si pubblicizzava il prodotto ed il suo consumo.

Ancor oggi, è bello, soprattutto d’inverno, chiacchierare gustando una calda cioccolata perché fa sorridere dentro e credo proprio che la felicità passi anche attraverso questo nome. E c’è tanto altro: il cioccolato viene anche utilizzato come uno strumento di pittura. Ci sono artisti che, con cioccolato pregiato ed anche scaduto, rendono il loro lavoro una forma d’arte in grado di suscitare emozioni. Il cioccolato è di colore scuro e la frutta policromatica, pertanto il pasticciere-artista rende il cibo più goloso con una forma di espressione, prima ancora che un mezzo di sostentamento.

Giovani artisti italiani di Perugia, nella festa annuale artistica del cioccolato, utilizzano il cioccolato per fare dei quadri. Si tratta solamente di lavorare con cioccolato scaduto: l’idea che passa è quella di creare delle opere che facciano riflettere sulla materia prima e che tocchino i temi dello spreco e del riciclo di alimenti, per un’arte “anche ecologica”.  Questi giovani artisti, i più dolci d’Italia, hanno sapientemente unito due grandi passioni, quella per l’arte e per il cioccolato.

E le voci soddisfatte corrono e le mani veloci di Paola sembrano non conoscere mai la stanchezza, soprattutto nei momenti più intensi delle richieste. Grazie Paola, perché sei con noi con la tua discreta presenza, con la tua dedizione lavorativa e con le tue sempre nuove coccole. Chissà che si possa gustare da te anche la cioccolata, calda o fredda, quale nettare per il mondo della nostra scuola. Noi ci contiamo!

*Docente di Disegno e Storia dell’arte del Liceo “M.G. Vida”

 

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