La soluzione siamo noi

di SOFIA SOMENZI (5B Scientifico) – Chi di noi non si è mai sentito solo?

Puoi essere ricco, povero, avere sette fratelli o essere figlio unico.

Puoi abitare in una casa di trecento metri quadrati o in un monolocale.

Puoi avere tanti amici o talmente pochi da contarli sulle dita di una mano, ma la solitudine è parte di noi, di ognuno di noi. Probabilmente non ne siamo del tutto consapevoli, ma la solitudine è un pensiero fisso, costante nella mente umana, solo che con il passare del tempo si diventa più bravi a reprimere e a camuffare. Ad esempio, a chi non è mai capitato di trovarsi in un luogo affollato, ad una festa, e di sentirsi un pesce fuor d’acqua, inadeguati e soli seppur circondati da molte persone?

A pensarci bene, la solitudine ha molte sfaccettature, non deve essere ritenuta una vergogna, ma un sentimento e come tutte l’emozioni è in grado di rattristarci, ma ha anche il potere di renderci più forti, perché nella propria solitudine si può riscontrare la propria indipendenza. Quando siamo da soli siamo costretti a convivere con noi stessi, con i nostri pensieri, le nostre preoccupazioni e immaginazioni. Quante volte siamo messi davanti a delle prove che siamo convinti di non riuscire a superare? Ci sentiamo inferiori ai problemi che la vita ci presenta eppure è sempre nella solitudine che si trova il giusto riparo: la soluzione siamo e saremo sempre noi stessi.

A me capita spesso di sentirmi sola nel momento in cui non ho il conforto o l’affetto di cui ho bisogno.

Ho come l’impressione che le persone non siano in grado o non abbiano voglia di capirmi e, in quel frangente di tempo in cui sembra che niente vada per il verso giusto, mi sento inutile. Inutile poiché nella solitudine il riparo non è una soluzione scontata, ma bisognerebbe imparare ad amarsi e a volersi bene per ciò che siamo, insieme agli altri e nel momento in cui ci guardiamo allo specchio, apprezzandosi nei pregi e nei difetti.

Per poterci far amare bisogna prima amare se stessi. Non è un percorso facile, ci vogliono anni e il più delle volte non ci si riesce mai del tutto. Giovani e adulti, alla fine della giornata siamo tutti tenuti prima di andare a letto a fare una riflessione, un esame di coscienza.

Analizzando la mia esperienza personale, la solitudine molte volte mi ha portato a sentirmi inferiore, non all’altezza e inutile. Dopo una litigata con un amico, dopo una delusione d’amore o dopo una discussione con i genitori, la mia mente affronta uno stadio di estraniazione e di sottovalutazione di me stessa e mi fa sentire in colpa per ciò che non sono in grado di fare. Eppure nella mia completa solitudine sono sempre riuscita a trovare spazio per il perdono, per la riflessione e per la comprensione.

Con gli anni imparerò ad avere più fiducia in me stessa, a non aver bisogno di qualcuno per raggiungere i miei obbiettivi e soprattutto con il tempo imparerò ad apprezzarmi e a volermi bene per quello che sono e non per quello che gli altri vogliono che io sia.

Fatelo anche voi.

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