La fede nell’umano. Nonostante tutto

di LARA BRUNELLI* – Mosca, maggio 1955.

Davanti al Museo Puŝkin, una lunga, ordinata fila di migliaia di persone si snoda per le vie adiacenti, in attesa di essere ammessa ad ammirare, per l’ultima volta, la Madonna Sistina di Raffaello. L’opera, requisita dai Sovietici come bottino di guerra nel 1945, sarà restituita a breve al Museo di Dresda.

Vassilij Grossman

Lo scrittore Vasilij Grossman (da https://grossmanweb.eu/)

Tra la folla un uomo che, seppur ancora giovane, incarna le contraddizioni della storia: è di origine ebraica, per più di mille giorni è stato soldato-cronista dell’Armata Rossa e, come tale, testimone, tra i vari orrori di guerra, della liberazione del campo di sterminio di Treblinka.

Ora è uno scrittore, ma nessuno vuole più i suoi libri. Il cantore dell’eroismo sovietico di Stalingrado ha da tempo capito che, anche nella sua amata Patria, l’ideologia totalitaria ha prodotto il Gulag. Si chiama Vasilij Grossman e il suo capolavoro “Vita e destino” sarà pubblicato in Svizzera solo venti anni dopo la sua morte.

Quando finalmente entra nelle sale del Museo, Vasilij si trova a contemplare una bellezza immortale. La grazia della giovane Madre, come quella di un uccello alla prima nidiata. Il viso grave, quasi adulto, del bimbo. Non tradiscono paura. Eppure è evidente che essi conoscano già il loro destino e, consapevolmente, non vi si sottraggano.

Raffaello, “Madonna Sistina” (1513)

Come in una Epifania, Grossman sente che questa bellezza immortale non ha nulla di etereo ed è anzi saldamente legata alla vita terrena. La riconosce: è umana. E l’umano nell’uomo va incontro alla propria sorte e continua ad esistere su tutte le Croci a cui lo inchiodano e in tutte le prigioni in cui lo torturano.

La Madonna, entrata a passo lieve nella camera a gas, stringendo il figlio tra le braccia, è continuamente anima e specchio dell’uomo, di ogni uomo. Ѐ universale. Ѐ immortale. I volti della Madre e del figlio sono sereni e invincibili; dicono di una forza “prodigiosa e quieta” e che la vita e la verità sono inscindibili, perché la morte della vita non coincide con la sua sconfitta.

Rileggo il racconto in questi giorni dedicati alla memoria della Shoah, e mi colpisce che Grossman, come tanti testimoni dei peggiori orrori del XX secolo, possa mantenere una fede così profonda nell’”umano”, tanto da affermare che non ci sia “niente al di sopra di esso” e che anzi nel quadro di Raffaello egli ravvisi la “gioia di essere creature vive su questa terra”.

Mi sembra che questo possa essere uno stimolo per riflettere sui terribili eventi legati alla persecuzione ebraica; fare memoria significa conoscere per capire ciò che è stato, ma anche ampliare e approfondire lo sguardo per allenarlo a vedere cosa sta succedendo attorno a noi.

Quante Madonne col Figlio nei campi profughi del mondo, in fuga da un destino che non lascia alternative? Quali tragedie si stanno consumando sotto il nostro sguardo distratto e rassegnato?

L’arte, portatrice di bellezza e verità, instancabilmente afferma che non c’è nulla di più sublime dell’umano nell’uomo. Sappiamo coglierne il messaggio?

*Docente di lingua e letteratura inglese del Liceo “M.G. Vida”

APPROFONDIRE, CAPIRE E FARSI UN’IDEA

STUDY CENTER VASILY GROSSMAN: https://grossmanweb.eu/

UN CAPOLAVORO RITROVATO: https://arte.sky.it/video/madonna-sistina-raffaello-26-dicembre/

 

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